Wedding Girl by Raffaella V. Poggi

Wedding Girl by Raffaella V. Poggi

autore:Raffaella V. Poggi [Poggi, Raffaella V.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: da leggere
ISBN: 9788822705129
Google: uxT3DQAAQBAJ
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2017-02-17T23:00:00+00:00


«Ma figurati!». Cerca di liberarsi.

«Siamo d’accordo: penserà lei all’atelier fino alla settimana prossima, così potrai occuparti del

matrimonio Nolan… e di me», annuncio, arpionandola tra le braccia.

«Io…», cerca di protestare, ma abbandona il capo e si arrende.

«E ti comunico che oggi sei mia…», le bacio il collo, «…tutta mia». Vado alla ricerca della sua

bocca dischiusa mentre i suoi occhi spaesati e incredibili osservano i miei.

«Che intenzioni hai?», mi domanda perplessa. Sta pensando ai miei acquisti di ieri.

«Ho tutte le intenzioni», la informo. «Le migliori intenzioni». Cerco di baciarla… di trattenerla,

invece lei mi sguscia dalle braccia e scappa verso il bagno.

«Porta qua tutta quella roba: se per disgrazia entrasse mio padre, toccherebbe a te dargli delle

spiegazioni», mi ordina chiudendosi in bagno.

Recupero tutto e tiro fuori quello che occorre. Busso alla porta del bagno. Ribusso. Lei fa

capolino e io le allungo il completino nero da coniglietta con le orecchie che ho trovato posate sul

comò da ieri notte. Guarda la mia mano che le porge i vestiti, poi guarda me. Un secondo

d’indecisione, li prende e mi richiude la porta in faccia.

Sono soddisfatto.

Mi preparo veloce perché voglio che mi trovi pronto.

Dispongo tutto l’occorrente sul mio comodino e dentro il cassetto. Mi sdraio: ho tirato giù le

lenzuola, ho sovrapposto i cuscini da appoggiarmi dietro la testa. Ora non mi resta che preparare il

codino.

Rido, una risatina perfida e sommessa. E aspetto.

Sento l’eccitazione formicolarmi nello stomaco, sono in fibrillazione.

“Ma quanto ci mette?”, ed ecco che la porta si apre e lei esce, timida, sembra quasi impacciata

con le labbra rosse e le guance pure. Non ha le calze, è a piedi nudi, ha solo il body, un collarino

nero con un piccolo papillon e le orecchie che spuntano da quei fiocchi d’oro che ha al posto dei

capelli. La vedo e mi fa sempre questo stramaledetto effetto, mi si blocca il respiro. Vorrei deglutire

ma non ci riesco.

È assolutamente, incredibilmente, incomparabilmente, infinitamente bella.

Mi toglie il fiato.

Non gliel’ho mai detto che mi toglie il fiato, forse per via del fatto che mi lascia tramortito e

senza parole, deve essere per questo che non le ho mai detto neppure che è carina. Oppure taccio

perché non voglio che capisca che cazzo di effetto mi fa. Ma Johnny Thursday non riesce a non

comunicare il suo entusiasmo e svetta e scalpita appena fiuta la sua presenza.

Lei è davvero imbarazzata, ferma sulla porta, ci mette un po’ a realizzare. Inquadra prima Johnny

e poi mi osserva nell’insieme e finalmente scoppia in una risata.

Meno male. Sono sollevato di sentirla ridere: era il mio scopo. Volevo che cogliesse il vero

spirito dell’iniziativa, che entrasse appieno nel gioco, che non fraintendesse… “Lo ha capito!”,

penso trionfante, e ho anche ricominciato a respirare… e a sorridere.

«Ma che ti sei messo?», chiede, con le lacrime agli occhi.

«Niente». Ed è vero, indosso solo lo Stetson in testa e dei chaps di pelle, i gambali aperti da vero

cowboy a fasciarmi i lati delle gambe, mentre Johnny Thursday svetta libero e smanioso. «Vieni

qua», la chiamo, la attiro a me. «Ora ti fotto», le annuncio, solo un attimo prima di baciarla, stretta a

me.



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